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“L’importante è parlarne con le persone giuste”.
Questo il messaggio emerso mercoledì 15 Aprile presso l’Aula
Magna dell’Istituto Cavanis di Venezia, in seguito ad un incontro dal titolo
“Bullismo e Cyberbullismo”, condotto dal Comandante Perricelli e dal Maresciallo
Spagnuolo del comando dei Carabinieri di Venezia.
Un approccio molto interessante per i ragazzi della Scuola
media, per riconoscere, affrontare e capire quali possano essere le situazioni
più a rischio nelle quali ci si imbatte proprio malgrado. Subire azioni sgradevoli o essere condizionati in qualsiasi
maniera da parte di altri giovani è un disagio sempre più ricorrente, che nei
casi più gravi si può trasformare in atti di vero e proprio bullismo fino a
raggiungere il reato.
Accanto agli strumenti vessatori di tipo “diretto”, prepotenze,
minacce, ricatti e atteggiamenti di tipo persecutoriosi sono diffusi in modo
esponenziale attraverso i social network. Spesso non c’è neppure la
consapevolezza di come vadano usati e di quanto possano essere pericolosi per
sé e per il prossimo; sta di fatto che –come mostrano recenti fatti di cronaca-
i danni provocati da un uso scellerato di questi mezzi possa portare a
situazioni dagli esiti a volte tragici.
Il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo tra
preadolescenti ed adolescenti è dunque un annoso problema che può essere
arginato soltanto affidandosi a persone adulte e competenti.Un ruolo di riferimento primario hanno infatti i genitori,
gli educatori scolastici e naturalmente le forze dell’ordine. Tuttavia, o per
vergogna o per timore, molti ragazzi sono restii a chiedere immediatamente
aiuto, trovandosi in un vortice sempre più profondo, dal quale sembra
impossibile uscire.
“Bisogna vincere queste paure e queste resistenze ed avere
il coraggio di denunciare in famiglia ciò ci tormenta –hanno ribadito i relatori-“. Solo così i
genitori sapranno come aiutarci, intervenendo nel modo più opportuno e
rivolgendosi nei casi di potenziale pericolo a persone competenti, preposte
all’ascolto e adeguatamente preparate a predisporre le più idonee modalità
d’intervento.
Un ruolo importante è anche quello dell’ambiente scolastico,
sia dal punto di vista formativo (contributo alla creazione di una coscienza
civica e morale) ma anche comportamentale(gestione delle dinamiche di classe e
momenti di riflessione comune). “Se a scuola un alunno si trova in una
situazione di disagio – ha sottolineato il Comandante Perricelli, deve sapere
che può parlarne con il proprio insegnante”.
I relatori si sono rivolti agli studenti facendo esempi
concreti sulle modalità con cui avvengono tali situazioni, rispondendo alle
numerose domande con semplicità e chiarezza.
Nel corso della presentazione, i ragazzi hanno potuto
riflettere anche grazie alla proiezione di un filmato, interpretato da
coetanei. Una storia di bullismo dai connotati realistici ma anche dall’epilogo
rassicurante: se c’è la volontà di comprendersi, c’è sempre una via d’uscita.